Gold washing e lo spazio silenzioso tra le cose

Il “gold washing” (lett. lavaggio in oro) è un neologismo, che racchiude le definizioni di green washing, rainbow washing, pink washing, ecc. Queste ultime sono pratiche di marketing con le quali le aziende si pubblicizzano come ecologiche, rispettose delle comunità queer o femministe, mostrando un volto “impegnato”, ma portando avanti le stesse pratiche capitaliste che sono la negazione di tali diritti, delle persone e della terra. 

Si potrebbero creare milioni di queste immagini delle quali la contemporaneità è piena, piccole idiosincrasie quotidiane, controsensi nei quali barcamenarsi, strane torsioni alle quali siamo costretti a piegare il nostro senso di giustizia, a volte per poter vivere meglio, altre semplicemente per sopravvivere. Sono talmente tante che si perdono sullo sfondo, coperte da varie lavature d’oro, non le vediamo più. Ma se si osservano per ciò che sono, si può trovare dietro queste immagini una strada silenziosa, a volte dolorosa o sgraziata, altre caotica e bella, fatta di tempo e coraggio. Luoghi colmi di bellezza e forza, che resistono e ricrescono, persone che hanno guardato oltre i veli di maya e hanno cercato di mostrare le strade per tornare a casa, una casa di tuttə e per tuttə

Dallo stesso principio ha preso ispirazione il falegname Francesco Zangari per costruire le cornici dei lavori, pezzi unici realizzati con il minor impatto ambientale possibile, utilizzando legni e vetri di riciclo, senza l’utilizzo di vernici chimiche o altro.

 

Francesco Zangari 

Nasce a Tripoli nel 1953 da papà mastro d’ascia, ebanista, intarsiatore e falegname; e da madre sarta. All’età di 10 anni il padre lo introduce nel suo laboratorio di falegnameria, nel quale si appassiona presto alla professione, assumendo il controllo di alcuni aspetti della gestione dell’azienda. 

Una volta iniziati gli studi, alterna l’informatica alla passione del legno, continuando a specializzarsi in diverse tecniche. Appena andato in pensione viene chiamato a collaborare con diverse realtà italiane per tenere corsi sulle costruzioni di arredo, grazie ai quali entra in contatto con artistə di varie discipline, come fotografia e pittura, creando pezzi unici per le diverse esigenze, sempre con particolare attenzione al concetto di riciclo.

Tramite l’associazione Oz Officine Zero, della quale fanno parte entrambi, entra in contatto con l’artista Matilde della Porta e progetta le cornici per le presenti opere. Le stesse sono realizzate con legni di recupero per essere e simboleggiare il tema centrale dei lavori presentati: un anelito verso una realtà più nuda e dolce, che sappia allo stesso tempo rispettare il pianeta e produrre bellezza, due fondamentali prerequisiti della vita.

 

OZ Officine Zero 

OZ Officine Zero è il luogo che ha dato lo spazio per nascere a molto di ciò che è esposto qui oggi. E’ una multi factory composta di artigiani, falegnami, fabbri, esperti di tecnologie e artisti nel quartiere montesacro a Roma. Nasce 2013 dall’occupazione di una officina ferroviaria caduta in bancarotta, da allora è cambiato tanto, la sede, le modalità e alcune delle persone che fanno parte dell’associazione, ma rimane uno spazio autonomo, nel quale creare e condividere saperi, dare una dimensione pratica ai concetti di mutualismo ed economia circolare e immaginare dinamiche virtuose di associazione. 

Al Atlas

Al Atlas è, oltre alla figura mitologica di atlante, costretto a sorreggere l’intera volta del creato, anche una catena montuosa che si trova in africa del nord, in Marocco.

Come a lui, anche al famoso agnello di dio, nei primi rituali cristiani, venivano imposte le responsabilità che gli esseri umani non volevano prendersi. E cosi l’agnello, una volta impostogli i peccati del mondo, veniva esiliato fuori dal villaggio, perché potesse essere divorato dalle belve. Allo stesso modo, il vecchio continente, colpevole tutt’ogg di massacri e saccheggi al limite dell’immaginabile, si nasconde dalle proprie colpe e dalle proprie pratiche, respingendo su confini serratissimi i viaggiatori che non hanno il privilegio di poter prendere un aereo, sperando cosi che annegando in mare o per terra, possano portare con sé le colpe che non ci interessa vedere.

Purtroppo chiunque abbia lavorato su sé stesso sa bene che questo non è possibile, una delle leggi immutabili dell’esistenza è che non è possibile nascondere nulla e che tutto continuerà a tornare, sempre più incisivamente, finché non avremo il coraggio, riconoscendoci, di riconoscerlo.

1703

L’uomo rappresentato sulla destra è Chris Pilusky, attuale Ceo della più grande compagnia di adozioni Statunitense, la Bethany Christian Services, sulla sinistra una delle tante persone che hanno adottato bambini provenienti da famiglie di migranti tramite l’azienda.

La politica degli Stati Uniti di separare al confine meridionale del paese le persone migranti dai figli fin dai tre mesi di età, al contrario di quanto si pensi, ha avuto inizio sotto l’amministrazione di Barack Obama (premio nobel per la pace) e continua ancora oggi, anche se in sordina.

Grazie a un punto cieco della legislazione del paese, le famiglie affidatarie di questi bambini possono richiederne l’adozione, soprattutto grazie al fatto che nella maggior parte dei casi il tracciamento con le famiglie d’origine non viene tenuto e i genitori sono già stati rimpatriati nel paese d’origine.

La compagnia in questione è stata negli anni al centro di molte polemiche, per aver perso traccia di alcunx bambinx e rifiutato di restituirne altri ai legittimi genitori. (come nel caso di Araceli Ramos Bonilla, alla quale venne sottratta la figlia di due anni, sotto l’amministrazione Obama, che venne data in adozione e per la quale la madre dovette portare avanti una lunga battaglia legale che, al contrario di tanti altri genitori, riuscì a vincere).

Gli ultimi dati su questi bambinx risalgono a novembre 2021 e parlano di 1703 bambini ancora separati dai genitori e 206 nel processo di essere riunificati con le famiglie di origine.

Madri

Quello sullo sfondo è uno dei poster che hanno fatto parte della campagna politica di Forza Nuova nel 2017 e che, insieme a molti altri poster riecheggianti il periodo mussoliniano, vengono ancora attaccati in tutta Italia dal gruppo neofascista.

Il cartellone propone “reddito alle madri”, solo se italiane, bianche e cisgender (che quindi non scelgano di cambiare genere). L’aumento della natalità è visto come l’antidoto non solo alla percepita “invasione” di persone migranti, ma anche come soluzione all’omosessualità, compiendo una strumentalizzazione a 360 gradi del corpo della donna, alla quale viene accordata come unica libertà quella di essere madre e non lavoratrice (il disegno di legge prevede il reddito alla donna solo nel caso che questa non lavori).

Di nuovo, il corpo femminile viene utilizzato al contempo come arma e come campo di battaglia (si pensi alla pratica dello stupro in guerra, che da sempre è il modo nel quale l’invasore si appropria delle donne “del” nemico e al contempo si assicura di estirparne la progenie), si pretende di gestire a piacere il corpo dell’altra, la quale non ha diritto all’aborto, a una sessualità libera o a scegliere il proprio ruolo. Questo cartello è al contempo un attacco alle popolazioni migranti, a tutta la comunità lgbtqi+ e alle donne.

Sembra di essere noi quellx in un piccolo carcere, senza via d’uscita, come le popolazioni che anneghiamo quotidianamente tutto intorno ai nostri confini.

https://www.canosaweb.it/notizie/reddito-alle-madri-la-proposta-forza-nuova-italia-libera/


Ophelia

Nell’oceano pacifico c’è un turbine di plastica che misura tre volte la superficie della francia, le spiagge del sud est asiatico sono ricoperte di scarti di plastica portati dalle correnti, questo perché la maggior parte dei prodotti in plastica non sono riciclabili.

Il simbolo con le frecce triangolari che si trova sulle confezioni in plastica è un ottimo esempio di green washing, è stata una mossa di marketing da parte delle industrie produttrici, che sapevano che un simbolo del genere avrebbe fatto pensare alla popolazione a un qualcosa di ecologico. in realtà, solo due dei molti tipi di plastica esistenti sono riciclabili e anche questi spesso vengono trattati come rifiuti non differenziati, a causa del costo della lavorazione necessaria alla rimessa in circolo dello scarto.

L’unica soluzione a questo impasse è eliminare completamente l’uso della plastica e costruire una pressione sufficiente a rendere economicamente inefficiente per le grandi industrie continuare con la vecchia produzione inquinante, costringendole a implementare l’utilizzo di nuovi materiali ecologici, che sono gia disponibili.

 

Il paese più ricco del mondo

i telefoni hanno una vita media di tre anni, grazie all’obsolescenza programmata con la quale vengono costruiti e alla nostra cultura del consumo. Il Congo è uno dei paesi del mondo più ricchi di risorse naturali e ospita la seconda foresta pluviale più grande del mondo (dopo quella amazzonica).

Tra le materie prima che si trovano in Congo il coltan è un elemento fondamentale per la produzione di apparati elettronici e le maggior parte delle riserve si trovano nel paese. Sotto dominazione belga venne fondata la Union Miniere de Haut Katanga, una società mineraria che venne nazionalizzata dopo la fine della dominazione e rinominata “Gecamines”, ma che subisce tutt’ora una forte influenza occidentale e è sottoposta ad accordi molto svantaggiosi che, insieme alla corruzione interna, ne inficiano il funzionamento.

(per capire meglio queste dinamiche di imperialismo economico è raccomandata la lettura del libro “confessioni di un sicario dell’economia” di John Perkins).

Qualcuno però aveva provato a cambiare le sorti del paese, nel 1960 Patrice Lumumba venne eletto primo ministro della repubblica democratica del Congo, un panafricanista e umanista, che riconosceva un identità congolese al di sopra dei limitati interessi tribali.

il primo presidente eletto dopo la dominazione belga ed anche l’ultimo, venne assassinato nel 1961 con un colpo di stato organizzato dalla ex colonia, che non era disposta a rischiare un presa di coscienza identitaria del paese.

La fonte

Saremo presto ricoperti da fuliggine, sotto questo intricato strato d’oro che ci stiamo tessendo, sarà però nel momento più buio, più fulgido e abbagliante, che avremo la possibilità di arrenderci, di farci arrivare la nostra storia, di guardare in faccia quello che abbiamo costruito, come ci siamo costruitx. E se saremo prontx, allora forse riusciremo a lasciar andare e farci attraversare dallo spazio reale, unica maniera per attraversare anche noi e poterci ritrovare a terra, in molto spazio, senza nulla in mano. E in questo spazio poter accogliere noi stessi e l’universo di cui siamo fatti.

Galeria Antica

Questi alberi che hanno inglobato i resti di una antica città etrusca si trovano nel Lazio, in quella che era la città di Galeria Antica. A causa di una probabile epidemia di malaria o una contaminazione dell’acqua del fiume che la costeggia, nella metà del XVIII sec. gli abitanti della città cominciarono a morire, finché, inspiegabilmente, agli inizi del XIX secolo fuggirono precipitosamente, lasciando indietro strumenti di lavoro e suppellettili, ma anche i cadaveri dei morti. 

Oggi la città è stata completamente riconquistata dalla natura, che in alcuni punti ha sostituito parti di ponti crollati, o pareti distrutte. Una visione che ci ricorda della continua impertinenza del tutto, che nella trasformazione vive, sopravvive e si rigenera, al di là delle nostre pretenziose manie di controllo. 

 

Presenza II

Rebecca Lolosoli – attivista keniota di origini Samburo, ha fondato nel 1991 il villaggio di Umoja per sole donne, del quale è tutt’oggi la matriarca. 

Angela Davis – Nata nel 1944 negli Usa, attivista e militante prima nel partito comunista statunitense e poi nelle pantere nere, venne arrestata per affiliazioni con il movimento afroamericano per la liberazione e dal carcere cominciò a scrivere saggi di analisi politica, sia della condizione delle persone nere negli stati uniti, che di femminismo e analisi di classe. E’ da sempre un ferma sostenitrice della causa palestinese. 

Marsha P. Johnson – attivista della liberazione omosessuali americana, è divenuta famosa per aver preso parte nei “moti di stonewall” nel 1969, occasione nella quale era stata una delle esponenti di spicco della rivolta che aveva preso forma in risposta all’ennesima vessazione poliziesca.  

Sylvia Ray Rivera – amica stretta di Marsha P. Johnson, fondarono insieme la S.T.A.R. (azione rivoluzionaria travestite di strada), un gruppo dedicato ad aiutare giovani omosessuali, donne transessuali e drag queen senza fissa dimora. 

Lila Abu Lughod – Antropologa di origini Palestino/Americane, insegna scienze sociali alla Columbia University di New York ed è specializzata in studi etnografici riguardo al mondo arabo, con un occhio particolarmente attento ai punti di intersezione tra cultura e potere, anche in un ottica di genere. 

Maria Sabina – anche chiamata “la saggia dei funghi”, nacque nella Sierra Mazateca, in messico, sul finire dell’800. Veniva da una lunga tradizione sciamani, che utilizzava per i propri rituali alcune specie di funghi che contengono psilocybina, una sostanza psicoattiva, considerata capace di rendere possibile una connessione intima con Dio. E’ stata la prima curandera (saggia o sciamana) messicana a permettere la partecipazione alla cerimonie sacre a persone occidentali. 

Grace Banu – Attivista dalit (intoccabile) e transgender indiana, è stata la prima persona transessuale a venire ammessa in un college, e a diplomarsi, nello stato del Tamil Nadu, superando fortissime discriminazioni, il ripudio della famiglia e gravi difficoltà economiche.

Phoolan Devi – Nacque nel 1963 in Uttar Pradesh (india) da una famiglia di casta molto bassa, a undici anni venne data in sposa a un uomo di 35, dalla casa del quale scappò poco dopo, in seguito alle violenze subite dall’uomo. In seguito a questo episodio subì ritorsioni e sevizie di ogni tipo, che non riuscirono mai a piegare il suo coraggio. In circostanze non chiare, entrò a far parte di una gang di banditi, arrivando dopo qualche anno, e molte sevizie per mano di uomini di gruppi rivali, a ottenere il comandare di una delle fazioni.  Divenuta la ricercata numero uno in india, si arrese solo secondo i propri termini, deponendo le armi di fronte a un icona di Gandhi e una della dea Durga, la più potente divinità femminile induista, collegata alla vendetta e alla giustizia. Dopo 11 anni di carcere, venne graziata e assunse carica parlamentare per due mandati consecutivi, prima di venire assassinata nel 2001. 

Donatella Colasanti – Donatella Colasanti è la donna sopravvissuta al tristemente noto “massacro del circeo”. All’età di soli 25 anni concesse un’intervista al famoso giornalista Enzo Biagi, un’intervista che è al contempo un distanziamento della vittimizzazione che le veniva imposta, una denuncia dello sguardo pornografico dei media sulla sua vicenda e un fermo rifiuto delle insinuazioni del conduttore su una presunta spaccatura all’interno del movimento femminista, mettendo a nudo l’impianto patriarcale tramite il quale era stata letta l’intera vicenda.

Arundhati Roy nata nel 1961 in India, è una scrittrice e attivista, supporter del separatismo del popolo del Kashmir, sui cui movimenti di liberazione scrisse uno stupendo libro “In marcia con i ribelli”, nel quale racconta la sua esperienza in viaggio con questi partigiani. 

Mona Eltahawy Nata nel 1967 in Egitto, è una giornalista e attivista per i diritti delle donne, una delle molte donne di origine araba e mussulmana che stanno portando avanti la lotta anti-patriarcale nel mondo musulmano e oltre. Scrittrice di testi provocatori e rivoluzionari, da sempre il suo manifesto si compone di tre parole: “ Fotti il patriarcato” https://it.wikipedia.org/wiki/Mona_Eltahawy

Jenny Saville Nata in Inghilterra nel 1970 è una pittrice di fama mondiale, che ha fatto del corpo e di tutte le esperienze che lo attraversano il fulcro del suo stupendo lavoro.  

Morgana Muses è una regista, produttrice e attrice pornografica, la quale ha dato inizio alla sua carriera a 50 anni, con alle spalle anni di insoddisfacenti tentativi di adeguarsi al ruolo di moglie e madre che le veniva imposto dalla società. I suoi film sono un inno all’accettazione totale di se stessi, del proprio corpo e delle proprie pulsioni, la storia vera di una donna che ha trovato se stessa e si mostra in tutta la sua potenza, con un energia capace di propagare questa forza liberante in ogni direzione. Su di lei con lei è stato fatto uno stupendo documentario.

–  Virginie Despentes  importante figura del femminismo contemporaneo, autrice di molti libri dal forte valore rivoluzionario. 

Alexandra Elbakyan è nata in Russia nel 1988, ha cominciato a programmare per computer all’età di 12 anni, gettando poi nel 2011 le fondamenta di “Sci-hub” una piattaforma dalla quale sono scaricabili migliaia di articoli accademici in forma completamente gratuita. Nonostante le forti pressioni da parte degli editori Statunitensi, Sci-Hub è ancora in funzione, gestito quasi interamente dalla stessa Alexandra. 

Muna El Qurd è nata nel 1998 a Sheikh Jarrah, in Palestina, insieme al fratello gemello Muhammad El Qurd, sono attivisti e fautori della fine del genocidio del popolo palestinese. Una è divenuta famosa quando un suo video è diventato virale, in questo un colone americano prendeva possesso di una casa della sua famiglia e difendeva l’esproprio sostenendo che, se non lui, lo avrebbe fatto qualcun altro. https://www.youtube.com/watch?v=ksnLom8OD9E

Adelina Sejdini Era stata portata a Roma dell’Albania nel 1996, giovanissima e costretta a prostituirsi, Dopo anni di soprusi ha denunciato, rendendo possibile l’arresto di 40 esponenti del racket della prostituzione. Nonostante questo e la sua continua collaborazione con le forze dell’ordine nella lotta alla legalità, lo stato italiano nel 2018 le negò ancora una volta la cittadinanza italiana, impedendole di fatto l’accesso a cure che le erano diventate indispensabili a causa di un tumore in stadio metastatico, che la rendeva invalida al 100%. Nel 2021 si è tolta la vita in protesta, buttandosi da ponte Garibaldi a Roma. 

Tharika Banu – E’ la figlia adottiva di Grace Banu (poco più su) che l’ha adottata a seguito del ripudio che aveva subito in famiglia a causa della sua identità sessuale. Tharika è la prima persona transessuale nello stato di Tamil Nadu ad aver superato gli esami della 12ma classe e sta studiando per diventare medica. 

Kae Tempest è unx rapper, compositore, performer e story teller e poeta inglese, nel 2020 ha comunicato di identificarsi in una identità di genere non binaria. Autore di poesie e testi musicali con una profonda dimensione anticapitalista, intimista e spirituale, i suoi testi sono tanto un inno alla forza interiore come alla capacità di rimanere “raw” e lasciarsi toccare dal mondo che ci circonda e da noi stessi, nella forma più diretta possibile. 

 

Phoolan Devi Durga

Questa è una rappresentazione tradizionale della dea Durga, la più potente divinità femminile del tantrismo indiamo e poi dell’induismo, generata dall’unione di tutte le altre divinità del pantheon, ognuna delle quali donò una parte di se perché lei potesse distruggere l’invincibile demone Mahishasura.

Il volto è però quello di Phoolan Devi “la Regina dei banditi” (tra le donne del quadro Presenza II), che non solo si vendicò dei suoi abusatori, ma giurò vendetta su qualsiasi uomo si permettesse di sposare e violentare delle bambine. Non a caso, ormai braccata dalle autorità indiane, depose le armi solo di fronte a un’icona di questa divinità, emblema della vendetta e della giustizia, come anche della distruzione creatrice.