Bio

Chi sono

Matilde della Porta aka Jubia aka Hasy Erst sono le manifestazioni di una ricerca espressiva, in continua e a volte dolorosa evoluzione. 

Dopo avere ottenuto una laurea in lingue e culture orientali, ho deciso di seguire la strada che mi aveva da sempre chiamata e spaventata, dedicandomi allo studio dell’incisione artistica, della pittura e del tatuaggio. 

Dopo anni di viaggi e ricerche di un filo conduttore del reale, nei luoghi più ameni e inaspettati, sono tornata nella mia città natale, a Roma, per ricongiungere le trame.

Il tatuaggio

L’interazione tra psiche e manifestazioni fisiche, quali modificazioni corporali, tatuaggi e rituali “dolorosi”, sono pratiche che concedono la possibilità di indagare il nesso esistente tra i molteplici aspetti di ciò che volgarmente definiamo “io”, per ricomporlo in un’identità libera dai luoghi comuni e veramente nostra, nella quale il corpo si fa anch’esso vessillo e strumento di esistenza del sé. 

Tatuare significa per me fare da tramite tra queste dimensioni, creando uno spazio di auto indagine per la persona che sto tatuando. 

Il disegno

Parallelamente, il disegno è la possibilità di rappresentare, mostrare e cercare di afferrare la realtà spesso stridente che mi circonda. Un atto poietico, una sintesi delle sfaccettature apparentemente disconnesse dell’esperibile, incurante e altrimenti alieno. 

Al contrario di Freud, che voleva curare il singolo perché si adattasse alla società, credo che sia indispensabile esporre le assurdità che ci circondano per renderci conto della vera origine delle nostre “malattie”, che è da cercare nella compromissione dell’etica alla quale tutt* dobbiamo sottostare per soprav(vivere).